Realizzare un “consensus” globale sui molteplici aspetti del Dry Eye Disease ovvero sindrome da “occhio secco” e aggiornare le prime linee guida di 10 anni fa, questi gli obiettivi del TFOS DEWS II.
A partire dalla sua definizione: “una patologia multifattoriale della superficie oculare, caratterizzata da una perdita di omeostasi del film lacrimale e accompagnata da sintomi oculari, in cui l’instabilità del film lacrimale e iperosmolarità, l’infiammazione e danno della superficie oculare, oltre che le anomalie neurosensoriali, svolgono un ruolo eziologico”.
Vi hanno lavorato 150 tra clinici, ricercatori di base ed esperti di 23 diversi paesi, che hanno lavorato per più di 2 anni: il report finale del DEWS II è stato presentato in una sessione speciale del Congresso annuale ARVO (Association for Research in Vision and Ophthalmology), promossa dalla TFOS (Tear Film & Ocular Surface Society), nel maggio 2017.
Questa iniziativa scientifica è molto importante dal momento che il dry eye costituisce un problema globale (colpisce solo negli Stati Uniti circa 30 milioni di persone) ed è tra le cause più frequenti che spingono i pazienti a rivolgersi al medico. Vedi: “uno su 4 ha l’occhio secco”
Il dry eye presenta una prevalenza più elevata in individui di sesso femminile e di razza asiatica, con maggiori sintomi riferiti da pazienti donne e giovani. DED risulta pertanto correlato al genere, agli ormoni come fattore importante della patologia ma non come sola causa.
Punto chiave appare essere nella “perdita di omoestasi”. Il meccanismo chiave della sindrome da occhio secco risiede nell’iperosmolarità lacrimale, che danneggia la superficie oculare direttamente e innescando un processo infiammatorio, come circolo vizioso che si perpetua nella DED. L’infiammazione della superficie oculare può causare inibizione della secrezione lacrimale e la perdita della barriera epiteliale sulla superficie oculare. Si presenta inoltre un dolore neuropatico dovuto dalla risposta dei termorecettori che rispondono al cambiamento di temperatura della superficie oculare, all’aumentare dell’osmolarità, stimolando il riflesso di lacrimazione e l’ammiccamento.
Il report su gestione e terapia raccomanda fortemente, ancora una volta, di evitare i prodotti con conservanti nei pazienti con dry eye severo. La relazione sottolinea inoltre l’impatto economico e i costi indiretti legati alla diminuita produttività dei soggetti affetti da sindrome da occhio secco.
Ristabilire l’omeostasi del film lacrimale è l’obiettivo comune per la DED, individuando la causa principale tra mancanza di componente acquosa nelle lacrime o evaporazione delle stesse, interrompendo il circolo vizioso della patologia.