Il ruolo del cervello e dell’interpretazione cognitiva di fronte ad uno stimolo esterno si evidenzia nelle illusioni percettive.
Quando una figura geometrica viene percepita distorta dove una area di colore chiaro tende ad essere percepita come più ampia della stessa area di colore scuro.
E’ proprio nella enorme risorsa della nostra mente di dare una interpretazione veloce agli stimoli in arrivo che cade in errore il processo di percezione, dove si ha l’illusione di vedere parti di immagini che non esistono realmente in funzione degli elementi circostanti.
Gli studi sulla mente umana hanno quindi dedotto che la nostra visione del mondo circostante non è una precisa rilevazione di dati ma una sequenza di relazioni tra stimoli che giungono ad una interpretazione possibile.
Anche l’illusione del movimento in una figura statica è frutto delle sequenze di segnale che raggiungono il cervello – chi non crede può provare a stamparlo su un foglio di carta!
Non deve essere dimenticato che la capacità a riconoscere gli oggetti come tridimensionali e la nostra competenza a collocare gli oggetti nello spazio vicino o lontano da noi avviene grazie all’effetto stereoscopico della visione binoculare. Le due immagini proiettate dagli occhi sono tra di loro leggermente divergenti o diverse, a causa della posizione strutturale, la loro fusione (stereopsi) permette il riconoscimento della tridimensionalità degli oggetti.
Provare per credere: stendendo il braccio davanti a voi con un occhio chiuso, con un dito coprite un oggetto o un volto che vi è davanti; senza spostare il dito cambiate occhio e l’immagine nascosta tornerà visibile.