All’Università di Oxford hanno messo a punto un prototipo di retina artificiale, costituita da un gel a base di acqua biocompatibile con i tessuti dell’occhio.
La ricerca compie importanti passi avanti, sviluppando materiali quanto più simili a quelli dell’organo colpito evitando danni interni, come infezioni o cicatrici, perché l’occhio è estremamente sensibile ai corpi esterni.
Questa retina sviluppata combinando un materiale biocompatibile a base d’acqua (idrogel) con una proteina sensibile alla luce, isolata da un microrganismo riconducibile al regno degli archibatteri, simula il lavoro dei fotorecettori che all’interno dell’occhio convertono la luce in un segnale elettrico per il cervello.
Il team di scienziati dell’Università di Oxford ha sviluppato una retina artificiale ultra morbida, che in teoria può alloggiare nel bulbo oculare senza problemi di rigetto. Per ora il prototipo riesce solo ad imitare le funzioni di una retina naturale, su una griglia a 16 pixel, e le sue “cellule” di idrogel riescono a registrare in laboratorio immagini semplici e statiche, rigorosamente in scala di grigi.
Pubblicazione completa: Vanessa Restrepo-Schild su Scientific Reports 7:46585 · April 2017