È noto che con l’avanzare dell’età la vista abbia un naturale declino, insieme alle altre funzioni percettive e di reazione. Ma quanto questo influenza le capacità di guida e quindi di incorrere in incidenti stradali?
Ad oggi il 21,7% della popolazione italiana ha più di 65 anni, spesso ancora in piena attività, ma il sistema visivo inizia il suo percorso di invecchiamento già a 50 anni.
Sebbene sia da considerare anche una perdita di tipo neurale, il maggior declino nella funzione visiva è da imputare all’ingiallimento delle lenti – che rende più difficile la discriminazione delle tonalità di blu – e alla opacizzazione dei mezzi che causa la diminuzione della quantità di luce che raggiunge i fotorecettori nell’occhio.
Inoltre la pupilla si restringe naturalmente e risulta meno rispondente agli stimoli di luce, con una reazione diminuisce col tempo e che diventa virtualmente nulla intorno agli 80 anni.
Questo significa che gli anziani presentano particolari difficoltà nella visione in campo ampio, soprattutto negli ambienti con scarsa illuminazione. Come risultato di tutti questi fattori la quantità di luce percepita a 60 anni risulta essere solo il 33% rispetto alla visione di un ventenne. Oltre i 70 anni la quantità di luce decresce fino a circa il 12%, con un effetto accelerato dato dall’invecchiamento (nella foto simulazione della trasmissione relativa della luce attraverso i mezzi ottici a 20 anni, 60 e 75 anni).
Nonostante questo fenomeno naturale le persone si adattano ad una condizione di minor luminanza e non hanno la sensazione di tanta oscurità, ma sicuramente l’effetto di questa riduzione appare sottostimata nel valutare il calo delle funzioni visive al crescere dell’età. A questo vanno aggiunti effetti delle comuni patologie ad insorgenza nella terza età che possono ridurre il campo visivo o creare distorsioni. Sono fattori di minore visione nell’anziano alla guida:
- sensibilità al contrasto
- adattamento ombra/luce
- abbagliamento
- percezione del movimento
- percezione dei colori
- riduzione del campo visivo
Alcune patologie come la AMD, il galucoma e la retinopatia diabetica comportano una ulteriore perdita di sensibilità al contrasto, creando una vera e propria disabilità visiva nella visione in ambienti con minor illuminazione.
Possiamo quindi concludere che il guidatore anziano incorra in un maggior numero di incidenti automobilistici a causa del calo della vista?
Il declino percettivo e cognitivo certamente inficia le performance di guida delle persone più anziane, in particolare nelle situazioni specifiche di bassa visibilità e alta complessità anche se le analisi statistiche non correlano con alto rischio.
Le abitudini alla guida della persona anziana lo portano probabilmente a guidare in modo meno aggressivo, con più lentezza e dove l’esperienza permette di anticipare le situazioni pericolose. Inoltre non guidano in traffico elevato, in cui ci sono maggiori rischi e in situazioni in cui più grande attenzione, miglior campo di visione e una capacità di risposta più elevata sono richieste, in cui il guidatore anziano risulta svantaggiato.
La migliore correzione ottica deve favorire chi si mette alla guida, ma anche la consapevolezza dei propri limiti di visione deve essere strumento per prevenire i rischi nel mettersi al volante.