La sfida del Servizio Sanitario Nazionale oggi è rispondere efficacemente al crescente bisogno di salute della popolazione attraverso una gestione efficiente delle risorse sanitarie, sempre più ristrette, e la creazione di effettivo valore sia per il singolo sia per la comunità.
In particolare tra le patologie cronico-degenerative, complice la transizione epidemiologica e l’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione, vi sono quelle che portano a ipovisione e cecità che rappresentano uno scenario storico in cui la condizione di malattia quanto quella di invalidità sono in costante crescita.
«Quando si parla di aspettativa di vita – ha detto nella sua lettura magistrale Sir Muir Gray, dell’Università di Oxford – ormai non ci si riferisce in automatico soltanto alla durata della vita bensì anche e soprattutto alla durata della salute. La degenerazione maculare legata all’età è una condizione invalidante per la popolazione anziana, i rischi associati sono molteplici e condizioni quali la depressione e il rischio di cadute, fratture e traumatismi aumentano esponenzialmente. La disponibilità di farmaci “salvavista” – aggiunge – deve andare di pari passo con una corretta governance dei servizi che inizi dall’identificazione precoce dei casi nella popolazione suscettibile e dall’emersione di percorsi facilitati di gestione e continuità terapeutica comprensibili per il paziente».
I medici devono sono chiamati a contribuire alla gestione delle patologie a maggior impatto sociale, superando le singole prestazioni specialistiche e proiettandosi in un approccio globale di presa in carico della popolazione. Questo il messaggio del progetto “Value Blindness Care” presentato lo scorso 7 luglio a Roma da VIHTALI, Spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attivo nel knowledge business in Sanità. www.vihtali.it