Il glaucoma è una malattia oculare in cui si ha un aumento della pressione all’interno dell’occhio che causa danni permanenti al nervo ottico.
Cosa succede?
Il glaucoma comporta una alterazione del nervo ottico e danni irreversibili con riduzione del campo visivo.
Esistono numerose forme di glaucoma. Tra i più frequenti il glaucoma cronico semplice (angolo aperto) che ha una insorgenza lenta e asintomatica: il paziente senza avere disturbi particolari non si rende conto della malattia fino a quando il danno al nervo ottico è irreparabilmente danneggiato. Il galucoma acuto si manifesta in maniera improvvisa ed imprevedibile, con un dolore violento, occhio molto infiammato e vista fortemente ridotta. Nelle forme congenite si può manifestare sin dai primi anni di vita.
Come si vede con il Glaucoma?
Il glaucoma sviluppa una riduzione del campo visivo periferico sino a imporre una visione “tubulare”, come attraverso il buco di una serratura. Negli stadi iniziali la perdita di visione non è percepita soggettivamente e richiede uno specifico esame.
Chi colpisce?
Il glaucoma colpisce l’adulto tra i 40 e 50 anni (3% della popolazione), nella forma cronica ha una evoluzione molto lenta e si può presentare senza particolari disturbi visivi.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 80 milioni di persone hanno il glaucoma sulla Terra ed è una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta; in Italia si stima che 1 milione 600mila di persone ne siano affette, ma si calcola che circa la metà di esse non ne sia a conoscenza.
Cosa fare?
La cecità provocata dal glaucoma si può prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente: una visita periodica dal medico oculista è indicata, soprattutto con l’avanzare dell’età. Coloro che hanno un familiare affetto da glaucoma devono sottoporsi a frequenti controlli. La prevenzione e la diagnosi precoce sono prioritari perché la terapia medica è funzionale e preserva la vista. A partire dai 40 anni è buona norma effettuare una visita oculistica completa, con misurazione della pressione oculare, da tenere sotto monitoraggio con l’avanzare del’età.
Cosa dice la ricerca?
Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sulla funzione mitocondriale e sulle sue alterazioni. In particolare, si tende a ritenere il glaucoma una forma di neurodegenerazione delle cellule retiniche, attraverso diversi meccanismi tra cui lo stress ossidativo, la neuroinfiammazione e la disfunzione mitocondriale. Proprio i mitocondri, necessari a produrre energia per la conduzione nervosa hanno a livello della retina e del nervo ottico un ruolo chiave nell’insorgenza del glaucoma. Da qui nuovi approcci terapeutici sperimentali che si basano sulla neuroprotezione, cioè mirano a proteggere le cellule ganglionari per impedirne la degenerazione: un’arma in più oltre alla terapia ipotonizzante tradizionale, in modo da rallentare la progressione del danno del campo visivo.