La Retinite Pigmentosa è una patologia che appartiene a un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da degenerazione progressiva della retina di entrambi gli occhi, che provoca nel tempo la perdita della visione notturna e del campo visivo periferico. Vengono utilizzate anche altre denominazioni dal significato analogo, come: Retinosi Pigmentaria, Retinopatia Pigmentosa, Degenerazione Tapeto-Retinica, ecc.
Cosa succede?
I fotorecettori della retina si deteriorano gradualmente: sono generalmente i bastoncelli, che si trovano più in periferia, che si attivano quando la luminosità è più bassa (nelle condizioni di penombra) e che ci permettono di controllare lo spazio circostante.
In molti casi vi è una perdita dell’acutezza visiva, che può condurre all’ipovisione e progredire fino alla cecità.
Come si vede?
Con il progredire della retinite pigmentosa rimane solo una piccola area di visione centrale e si assottiglia la visione periferica. Si accentuano i fenomeni di abbagliamento e si riducono il contrasto e l’acuità visiva. Il campo visivo può ridursi fino alla visione tubulare (come da un buco della serratura), rendendo complicato il movimento nello spazio o la ricerca degli oggetti intorno.
Chi colpisce?
Si ritiene che in Italia la frequenza della retinite pigmentosa sia di un caso ogni 3.000-5.000 abitanti. Si manifesta soprattutto tra la pubertà e l’età adulta.
Cosa fare?
Al momento non esistono cure alla Retinite Pigmentosa ma sono sperimentate terapie che ne rallentino il decorso fino agli impianti di retine artificiali che decodifichino gli stimoli luminosi in stimoli visivi. Molto importante è la protezione della retina dalla luce solare (raggi ultravioletti) attraverso i filtri fotoselettivi a nanometri controllati (lenti colorate), che riducono l’abbagliamento e migliorare il contrasto.
Inoltre, uno stile di vita sano, con una dieta ricca di frutta e verdura, eliminando il fumo, sono consigliati per preservare le cellule retiniche.